Frise di grano: bontà del Salento in qualunque stagione
8 Novembre 2023Le frise di grano sono un po’ il simbolo di una terra – il Salento – che fa del mangiar sano e soprattutto semplice la sua cifra gastronomica distintiva. Gli ingredienti? Grano e acqua. Un mix che racconta una storia di grande umiltà e semplicità, di fatto molto lontana dalle sofisticatezze tipiche dei tempi moderni. Ma conosciamole meglio.
Le frise di grano: il pane “secco” di una volta
Volendo tornare all’essenza delle frise di grano, si tratta di “panetti” di pane molto molto secco, tagliati orizzontalmente e venduti comodamente dai panifici (in Salento chiamati anche “forni”) per essere gustati in diverse occasioni. Perché produrre del pane così secco e difficile da mangiare? Perchè si tratta di un pane pensato per essere portato dai pastori e dai contadini del Salento durante le lunghe giornate trascorse nei campi. Non sempre, nel passato, era possibile far ritorno a casa per consumare un pasto. E quindi la frisa era la soluzione ideale: un panetto di grano secco, da far rinvenire all’occorrenza con un po’ d’acqua. E non solo: essendo particolarmente secchi e duri, questi panetti duravano anche a lungo nel tempo, in virtù della totale assenza di umidità.
Condimenti ed evoluzioni delle frise del Salento
Al contadino del Salento o al pastore intento a portare le pecore al pascolo non rimaneva altro che farcire e condire la frisa di grano con ciò di cui disponeva: un pò di olio, un pomodoro maturo, un pezzetto di formaggio. Oggi le frise di grano giungono fino a noi tali e quali erano ai tempi. Con la straordinaria capacità di conquistare anche i palati più esigenti, e non solo, come accadeva un tempo, quelli dei contadini del Salento. Insomma, la loro bontà e versatilità indiscussa ha consentito di valicare il confine del tempo e spesso anche dello spazio (si trovano frise anche ben lontano dal Salento) e di diventare, oggi, un cibo gourmet di tutto rispetto.
Non mancano difatti i condimenti più fantasiosi ed elaborati, con ortaggi del Salento, sottoli, funghetti, carciofi, melanzane a filetti, ma anche tonno, salmone, rucola, e poi ancora lampascioni, caroselle e tanti sapori tipici locali. Un tesoro di bontà che proviene da lontano e del quale nessuno sembra (a ragione) stancarsi mai.